Il 1° Maggio, tra passato e futuro

(di Giordano Colli)

Un’altra giornata fortemente simbolica che vivremo in modo inedito e particolare, senza poterci incontrare in piazza a festeggiare un momento di altissimo valore civile. Ma come è successo pochi giorni fa in occasione del 25 Aprile, questa distanza forzata permette di riflettere ancora più in profondità sul significato di una ricorrenza che non ha e non può avere nulla di stancamente rituale o retorico. La Festa dei lavoratori, dell’etica del lavoro: fondata sull’idea che la possibilità di lavorare non significa solo poter vivere e mangiare, ma poter dare dignità e senso alla nostra vita, che nel lavoro trova uno strumento di realizzazione individuale e di partecipazione collettiva alla società. In questo momento di estrema incertezza, nessuno di noi può sapere cosa ci riserverà il futuro. Ma sappiamo che senza lavoro non sarà possibile alzare la testa, e tutti vogliamo poterla rialzare.

Oggi non possiamo essere in piazza a scambiarci garofani e sorrisi, e allora proviamo a ripercorrere attraverso una carrellata fotografica ciò che è stato il 1° Maggio a Sant’Ilario e Calerno negli anni passati dal 1969 al 2019, cercando di riprenderci quel senso di festa e partecipazione civile che questa giornata deve avere. Uno sguardo al passato, a come eravamo, per tornare a pensare al futuro e a come vorremo essere.