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Calerno: posata la pietra di inciampo per Arnaldo Pastarini

Venerdì 18 gennaio, alle 13, è stata posata a Calerno la pietra d’inciampo per Arnaldo Pastarini, ucciso nel campo di concentramento di Flossenburg in Baviera nel marzo del 1945 in quanto aveva disertato dall’esercito fascista della Repubblica Sociale Italiana nell’autunno del 1944.

La cerimonia si è svolta sulla via Emilia, al confine con Gaida, dove sorgeva l’ultima casa – oggi scomparsa – abitata da uomo libero dal deportato.
L’artista tedesco Gunter Demnig, ideatore di queste pietre diffuse ormai in tutta Europa, ha deposto personalmente il sanpietrino che sulla facciata esterna presenta una placca in ottone sulla quale sono riportati il nome e il cognome di Arnaldo, l’anno di nascita, la data dell’arresto, il campo di concentramento in cui è stato deportato e la data in cui è stato assassinato. Un simbolo che terrà viva la memoria  di un giovane di 21 anni inghiottito nel “buco nero” della barbarie nazi-fascista.
Hanno partecipato alla cerimonia diversi familiari di Pastarini, tra cui una sorella, – appartenenti a diverse generazioni – che hanno portato ai presenti la loro testimonianza sul loro congiunto.

All’evento – ripreso in diretta per il notiziario di Telereggio – sono intervenuti il sindaco Marcello Moretti, i rappresentanti dell’Anpi Sant’Ilario, di associazioni locali e diversi cittadini. Molto significativo il contributo degli studenti dell’Istituto d’Arzo che hanno descritto la figura di Pagliarini grazie alle ricerche effettuate insieme a Istoreco (l’Istituto della Resistenza reggiano) che promuove e coordina il progetto “Pietre d’Inciampo” nella nostra provincia. Gunter Demnig ha poi proseguito il suo viaggio in terra reggiana che lo ha portato prima a Toano e poi a Cavriago per posare altre pietre d’inciampo.
Per Sant’Ilario si tratta dell’ottava pietra d’inciampo dopo quelle collocate lo scorso anno per i santilariesi assassinati a Mauthausen.

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