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La Festa dei santilariesi

da oltre 70 anni la storica "festa dell'Unità" accompagna l'estate di migliaia di persone

 

Festa dell’Unità di quartiere, a San Rocco e Castellana, 1959. La cocomeraia allestita in una delle feste organizzate nei quartieri dai volontari del PCI. Nella foto si riconoscono: Tedeschi, Bonoretti, Manfredi, Bottazzi, Gianferrari e Sacchetti.

(di Giorgio Casamatti)

Quella che anni fa si chiamava ancora “Festa dell’Unità” di Sant’Ilario ha le sue radici nella Resistenza e, per celebrare l’avvenuta Liberazione, si decise di organizzare la prima edizione già nell’autunno del 1945. Questa si svolse nel capannone dell’industria conserviera di Bonoretti che, nei mesi successivi alla fine della guerra, ospiterà anche serate danzanti e il veglione dell’ultimo dell’anno. Come ricorda Livio Spaggiari in questo articolo pubblicato sul Gazzettino nel 1972.
“Era poca cosa allora, una cosetta in famiglia, con poco spazio, poche idee: ma fu l’origine che pian piano prese corpo, (…) per sfogarsi poi allo stadio comunale a partire dal 1949. (…) La prima tombola è stata fatta nel ‘52 ed il primo premio era un maiale vivo. Un successo che non ti dico (…) perché il maiale nel ’52 non era quel nemico giurato del fegato che è oggi. Nel tempo poi sono venute le frivole e pirotecniche luminarie di Gagga (Balestrazzi Emilio), la fontana miracolosa di Leone Mora, le miss che ogni anno Tognet (Iotti Antonio) condiva ogni anno con conciliaboli mafiosi, e le tante e tante idee che hanno modernizzato e arricchito la Festa (…)”.

Festa dell’Unità nel parco dietro Villa Valcavi, 1974. Il “dietro le quinte” del ristorante del pesce, gestito dagli emigrati dal polesine. Tra i volontari, si intravede anche Liviana Sacchetti.

Fin dalle origini la festa era un vero e proprio evento mondano cittadino che ospitava numerosi eventi: il concorso del bambino più bello, la sfilata e l’elezione della miss cittadina, le gare sportive, gli spettacoli di burattini e la rinomata balera. Nel corso degli anni, oltre alle attività che si svolgevano nel corso della festa, inizia anche ad aumentare il numero dei ristoranti e dei bar e la festa si traferisce prima allo stadio comunale, poi nel parco dietro Villa Valcavi (prima che l’area fosse urbanizzata) per poi trovare sede per anni nella “buca” alla Fornace.
Alla Festa iniziano ad arrivare persone anche dai paesi e dalle province limitrofe attratti soprattutto dalle delizie cucinate dal ristorante tradizionale e successivamente da quello del pesce gestito dagli immigrati del Polesine che si erano trasferiti in paese. L’integrazione è anche passata attraverso la festa dell’Unità che ha consentito alle persone di conoscersi e collaborare come ricordano, nelle testimonianze raccolte nel volume “Dal mare all’Enza”, due protagonisti di quegli anni: Gelindo Veronese e Alfredo Fregnan.
“Dopo un anno che sono venuto qui (allora si faceva la festa dell’Unità nel campo sportivo) mi hanno chiesto se davo una mano a preparare da mangiare e ho fatto per 16 anni il cuoco del pesce. Poi anche alla Festa del pesce al Parco Poletti per l’ARCI. (…) andavamo a comprare il pesce nel Veneto, dalle nostre parti: andavamo a prendere le anguille, le cozze, le vongole e quel che c’era. Siam partiti con 3 chili di anguille alla prima festa dell’Unità e siamo arrivati a farne 7 quintali nelle ultime, che duravano 5 sere. (…) La festa è diventata, anche per la specialità del pesce, una delle prime feste della provincia”.

Ristorante della Festa dell’Unità al Campo sportivo, anni ’50. Tra i volontari si riconoscono: Catellani Vanda, Gambetti Bruna, Gambazza Giulio, Bolognesi Vasco e Tagliavini Ettore.

Negli anni successivi per attrarre maggiormente il pubblico giovanile iniziano ad essere organizzati grandi concerti e in alcuni casi la Festà dell’Unità “battezzerà” alcune future star della musica italiane come Vasco, i Litfiba, Paolo Conte e Ligabue ed altre di caratura internazionale come i Los Lobos o i Pogues divenuti ancora più famosi dopo il bagno non autorizzato nella piscina estiva.
Da sempre la festa è stata un momento di aggregazione irrinunciabile per i santilariesi di tutte le età che oltre a deliziarsi con le prelibatezze dei ristoranti e a cercare un po’ di frescura nelle calde serate estive si ritrovano annualmente in un clima di spensieratezza e condivisione che ha contribuito a rendere il paese più aperto e unito.

Lo spazio Giovani della Festa negli anni ’70. Da sinistra, Bertolini Ugo, Colli William, Gibertini Giovanni, Ghidotti Vanna, Palmia Laila, Ghielmi Maria.

 

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