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“SANTILIO ATTITUDE”…. segno di appartenenza

(di Massimo Bellei)

E’ da un po’ che cerco una definizione al mio star bene a Sant’Ilario. Questa estate l’ho trovata, due parole che dicono tutto e riassumono un vero e proprio atteggiamento: Santilio Attitude. Ho incontrato per me e quindi per voi un gruppo di ragazzi giovani-giovani in anni, ma già saldi e maturi in una radice e di una appartenenza, che a mio avviso danno un segnale molto positivo per ciascuno di noi paesani (e mi riferisco sia a Calerno che a Sant’Ilario, e non lo ripeto più, che non serve). Sono Angelica Bettati, Andrea Nicolasi e Tobia Poli, ma sono la voce di un gruppo molto numeroso.
Senti questo passaggio (basta da solo):
Domanda: credete che il paese abbia meno rispetto alla grande città?
Risposta: assolutamente, abbiamo di più, perché cresci con quello che hai. Perché non hai tutto. Ti abitui con quel poco che hai. E inizi a stare bene, hai modo di legare di più perché vivendo in un paese volendo riesci a conoscere la maggior parte della gente che c’è. In una città non potrà essere mai così. Bene o male ci conosciamo tutti. Si sta bene.

Il Gruppo: Loro sono un gruppo bello grande. Una storia recente ma che nello stesso tempo è già salto nella vita. Partiti da più gruppetti piccoli nati dalle compagnie delle classi delle scuole, pian piano si sono conosciuti.
La modalità?
“Noi eravamo 4-5, abbiamo incontrato loro – più numerosi – ci hanno detto venite in questo bar, che siamo sempre lì, e siamo andati e ci siamo stabiliti” (Il bar è AL SOLITO POSTO, il luogo è uno dei cuori di vita del paese, il PARCO MAVARTA.) “Pian piano il gruppo si è allargato, considera che la felpa l’abbiamo venduta a 75 persone”.

La Felpa. Sì, perché ogni gruppo ha un segno, credo, e il loro è un segno che candido ad essere un elemento unitivo di appartenenza, nuovo e fresco, da portare addosso.

Andrea da tempo ha il pallino di personalizzare scarpe o magliette. Dalla prima, realizzata a pressa, affinandosi sempre più verso l’attuale serigrafia, per fare le cose sempre meglio. I temi ispirati da opere di Picasso, o Haring, o ancora meglio disegnati da Angelica o da chi vorrà metterci la sua idea. Sempre con la scritta SANTILIO.

Il logo: Gotico come stile, c’è la panchina che sono i parchi, il ritrovo di molti ragazzi. (“Il verde di Sant’Ilario lo sfruttiamo bene. Lo godiamo perché una chiacchierata in un parco la fai più volentieri, all’aria. Di verde ce n’è tanto”.
“Poi il campanile, il grattacielo e l’acquedotto: la skyline di Sant’Ilario, per noi. Ci piace l’idea che tu arrivi in paese da Montecchio, da Campegine, da Parma e la skyline resta quella, perché vedi quello. 

Santilio: “Per i giovani il nome è quello, è diffusissimo e ormai lo sanno pure in città.” Un nome nato probabilmente da Fungo, comunque nell’ambito della SDP Crew (quelli dei graffiti, che colorano i nostri muri, ma solo quelli più grigi. Badate bene, negli altri paesi non ci sono e alcuni dei nostri sono realizzati da artisti noti in tutto il mondo).


I progetti: Ora vogliamo continuare. Con altri disegni, coinvolgere altri ragazzi ai quali piace disegnare.
Si tratta poi di fare investimenti, perché ci vogliono dei bei soldi. Vorremmo un garage, per avere un luogo fisico dove portare avanti la cosa.
Il lancio: Tenere d’occhio la pagina instagram, e per chi non ce l’ha aperte le orecchie per cogliere il passaparola. Il lancio è imminente, e chi non avrà la maglietta o la felpa, beh, sarà un pochino indietro.

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