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La comunità Sikh che risiede a Sant’Ilario pianterà 50 alberi nel nostro Comune

Il generoso gesto in omaggio al fondatore della loro religione. L’area prescelta per la piantumazione è quella dei Pioppini vicino all’Enza

(Articolo a cura del prof. Sandrino Marra dell’Università di Parma)

È in programma il 21 dicembre la piantumazione di alberi da parte della comunità Sikh del tempio di Parma. Ciò rappresenta un particolare momento per la comunità Sikh non solo di Parma e provincia ma della stessa Sant’Ilario d’Enza, ove gli indiani sono 150 e la metà di questi sono indiani di cultura Sikh. Ma chi sono i Sikh e da dove provengono? I Sikh sono persone che provengono dal Punjab, uno stato federato dell’India, al confine con il Pakistan e non molto lontano dalle catene dell’Himalaya. E’ un piccolo Stato con una popolazione di circa 30 milioni di individui, con una grande potenzialità produttiva sia agricola che industriale, ed è considerato il granaio dell’India. Il 70% della popolazione è di fede Sikh, un monoteismo nato nel XVI° secolo e considerata la religione più giovane del pianeta.

Quest’anno ricorre il 550esimo anniversario della nascita del Guru (maestro) Nanak Dev Ji, il fondatore del Sikkismo ed ogni tempio Sikh del pianeta ha l’obbligo morale di ricordare questo anniversario con la piantumazione di 550 alberi (per ogni singolo Tempio). Così per tale ricorrenza il tempio Sikh di Parma ha coinvolto varie amministrazioni tra cui quella di Sant’Ilario d’Enza, la quale ha accettato la proposta di piantumare sul territorio comunale almeno 50 alberi.

Nello specifico si tratta di pioppi cipressini che verranno messi a dimora e seguiti per alcuni anni nella crescita dalla comunità Sikh di Sant’Ilario. Ma questo non è solo un atto di donazione e di impegno morale della comunità, vuole essere un impegno per la comunità di Sant’Ilario, vuole essere un momento di incontro e conoscenza in un percorso di inclusione sociale e di visibilità stessa della comunità Sikh. E’ un modo ed un momento per presentarsi che inizierà il 21 Dicembre con questo gesto di partecipazione, ma continuerà nel prossimo anno con un evento più strutturato dedicato alla cittadinanza, in un momento gioviale e conviviale fatto di musica e cibo, ma anche di un seminario di conoscenza culturale. La comunità si presenta il 30 novembre in un convegno a Parma presso l’Auditorium del Palazzo del Governatore, con il sostegno del comune di Parma, dell’Università e del corso di Laurea in Infermieristica con cui la comunità collabora da qualche anno in un progetto originale ed innovativo di Nursing Transculturale unico in Italia (e non solo). La piantumazione non vuole essere solo un momento di incontro, ma un momento di inizio, un momento di avvio di un percorso di fraternità e socialità con la comunità di Sant’Ilario, poiché i Sikh di Sant’Ilario si sentono santilariesi; lavorano nel territorio, sono cittadini del territorio, i figli frequentano le scuole di Sant’Ilario, dividono e condividono amicizie ed affetti a Sant’Ilario, sono figli di questo luogo; e più di ogni altra cosa si sentono italiani, italiani di cultura Sikh. L’Emilia Romagna, la Campania e l’Italia sono presenti nelle conoscenze culturali Sikh da oltre 150 anni, cosa che noi non sappiamo. I Sikh nel Punjab studiano a scuola un particolare periodo storico che a cavallo tra il 1822 ed il 1849 fece del Punjab uno stato egemone negli eventi politici della regione. In questi anni Giovanni Battista Ventura di Finale Emilia (Modena) e Paolo Avitabile di Agerola (Napoli) già alti ufficiali nell’esercito napoleonico, furono arruolati nell’esercito del Punjab da Ranjit Singh, quali ufficiali, il primo di fanteria il secondo di artiglieria, con il compito di ristrutturare e modernizzare le forze armate del paese. I due alti ufficiali riuscirono in oltre un decennio a far si che il Regno Sikh divenisse un impero e la storiografia vuole che la resistenza Sikh all’egemonia inglese fosse il risultato di quei due uomini. Da qui parte anche l’apprezzamento per questa terra emiliana, quale luogo inscritto nella storia della cultura Sikh, che ci coglie di sorpresa per eventi passati che non conosciamo, ma che portano altri ad apprezzare luoghi e genti e ancor più ci fa riflettere sulla necessità di conoscere l’altro, che a volte riserva particolari sorprese.

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