PRIMO PIANOSANT'ILARIO COM'ERA

Le aziende meccaniche e il sollevamento dell’acqua

Quando l’ingegno dei santilariesi ci ha permesso di “conquistare” il mondo

di Giorgio Casamatti

Questi mesi di prolungata siccità dovrebbero farci riflette sull’importanza dell’acqua, soprattutto nelle nostre zone che rimangono a forte vocazione agricola. La ricerca di fonti idriche, necessarie per la vita quotidiana, l’agricoltura e l’allevamento, accompagnano l’uomo fin dalla notte dei tempi. Oltre alle opere di canalizzazione, già molto diffuse in epoca romana e proseguite dal medioevo in poi, un elemento fondamentale per l’approvvigionamento idrico è rappresentato dalla perforazione dei pozzi per raggiungere le acque presenti nel sottosuolo.

La necessità di procurarsi l’acqua comportava complesse e delicate operazioni, per trovare le falde e realizzarvi poi un pozzo da cui attingere questo bene prezioso; ce lo ricorda magistralmente Pietro Bigi in un suo articolo pubblicato sul Gazzettino.

Quando si dissodava la terra con l’aratro di legno trainato dai buoi e si pigiava l’uva coi piedi ricavando quel vino schietto e saporoso l’acqua era un elemento indispensabile per tutto il creato. Si attingeva da pozzi rudimentali con la fune e la siréla (carrucola); durante la secca dell’Enza diminuiva la sorgente, si faceva lo spurgo e il più coraggioso si calava nel fondo del pozzo rimuovendo i detriti. Uno dei primi pozzi artesiani (che utilizzavano delle pale mosse dal vento azionare la pompa che portava l’acqua in superficie) fu costruito al Chiavicone. Nel 1919 gli artigiani venivano dal Trentino e la gente li definiva tedeschi.

Lavori ad un pozzo. 1960 circa
Assieme a Gilberto Tirelli sono presenti due perforatori della Bonatti di Parma che hanno provveduto a scavare il pozzo.

Poi nel 1921 alla Rampata, nel podere di Sante Frusoni, si trivellò un pozzo tramite un’interminabile torre di ferro. Nel 1923 il signor Arnaldo Gatti nel suo podere di San Rocco costruì un pozzo artesiano scoprendo una sorgente ricca di sali minerali che il medico Ercole Ugolotti proponeva ai suoi pazienti. Nel 1927 fu la volta del pozzo della siepe viva del Gazzaro nel podere dei fratelli Reggiani. Usciva un’acqua cristallina e pura con una pressione senza pari che veniva utilizzata anche dal mugnaio Enzo Reggiani. Nel 1932 sorge un pozzo artesiano nel cortile delle scuole del Gazzaro: l’acqua era eccellente e abbondante”.

Ai pozzi ricordati da Bigi se ne aggiunsero poi molti altri, di cui il nostro territorio è ancora costellato i quali, a partire dal primo novecento, sono stati dotati di moderne pompe per il sollevamento e il convogliamento dell’acqua nella rete di canali che permetteva la corretta irrigazione dei campi coltivati. Questo ha determinato, anche a S.Ilario, la nascita di aziende specializzate nella realizzazione e installazione di questi impianti che, per la qualità dei prodotti offerti, sono riuscite a conquistare il mercato internazionale diventando dei fiori all’occhiello dell’economia locale.

E’ infatti a partire dai primi decenni del Novecento che iniziano a sorgere a S.Ilario alcune aziende meccaniche, spesso a conduzione familiare. Inizialmente si occupano delle più svariate attività, quali la fabbricazione e la riparazione di macchinari da utilizzare nelle attività agricole e artigianali. In breve però si focalizzano sul nuovo settore, molto richiesto e redditizio, delle pompe per i pozzi agricoli.

Renzo Paterlini al lavoro. 1960 circa.
L’operaio della Simonazzi osserva con stupore il grande motore elettrico posizionato all’interno dell’officina.

Una delle più rilevanti dal punto di vista storico e commerciale è senz’altro quella fondata da Italo Simonazzi ai primi anni del ‘900. All’inizio si occupa della manutenzione dei macchinari agricoli a vapore, ma ben presto indirizza le proprie competenze tecniche nell’installazione di motori a vapore per il sollevamento dell’acqua, settore che, in breve diventerà trainante per l’azienda. Questo consente alla ditta Simonazzi, in pochi anni, di diventare una delle aziende leader in questo campo, come ricorda Lina Violi nel suo saggio sulla storia economica di S.Ilario: “La ditta eccelle nell’installazione di pompe a sommersa per il sollevamento dell’acqua e nel 1927 consegue una medaglia d’oro nell’Esposizione di Economia domestica di Parigi”.

Nei decenni successivi l’attività nel campo delle pompe idrauliche si amplia anche grazie all’ingresso dei figli del fondatore e la Simonazzi sviluppare gradualmente il suo raggio d’azione, prima sull’intero territorio nazionale poi, a partire dagli anni ’70, anche sui nuovi mercati dell’Africa e del Medio Oriente.

La Simonazzi diventa anche una sorta di scuola per altri giovani imprenditori che decidono di mettersi in proprio, come i due soci fondatori della Tirelli e Salvatori. Nell’immediato dopoguerra, presagendo la rinascita economica nazionale, aprono infatti la loro prima officina alla Mura, in centro al paese, per poi trasferirsi al Bettolino dove resteranno fino al 1989.

Armando Tirelli e Nando Salvatori, negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, lasciarono dunque l’attività presso la Simonazzi per aprire una loro officina. Iniziano installando e riparando le pompe idrauliche o aggiustando le macchine agricole a vapore, cimentandosi abilmente anche come fabbri.

Poichè l’attività di installazione e riparazione delle pompe si svolgeva quasi esclusivamente in estate i due soci, dopo diversi studi e sperimentazioni, creano un nuovo sistema automatizzato per l’abbeveramento degli animali. Questo nuovo sistema di alimentazione a scorrimento, inventato dai santilariesi, è stato coronato dal brevetto ottenendo un grande successo di vendite.

Apertura di un pozzo.
Si tratta della classica “foto ricordo” per celebrare la corretta installazione di una delle pompe sommerse che hanno reso famosa la Bizzi e Tedeschi. Nella foto si riconoscono: Rolando Rosi, Massimiliano Boni, Cesare Carbognani e Leopoldo Tedeschi

Una vicenda abbastanza simile è quella che vede la nascita di un’altra prestigiosa azienda specializzata nel settore delle pompe idrauliche, la Bizzi e Tedeschi, di cui possiamo ripercorrere la storia grazie ai ricordi di Gemello Bizzi, uno dei suoi fondatori: “«Gli eventi bellici mi costrinsero ad abbandonare con rammarico le Officine Reggiane, dove si acquisivano conoscenze tecniche di ottimo livello. Trovai un’occupazione presso un’azienda locale che si occupava di macchinari per il sollevamentoacque; vi rimasi per diversi anni e nel frattempo continuai a studiare frequentando corsi di elettronica».

Finalmente a metà degli anni ’50 riesce a coronare il suo sogno fondando un’azienda propria, in società con i fratelli Giovanni e Leopoldo Tedeschi.

«Potevamo definirci, a ragione, un’officina meccanica tuttofare per cui anche se l’attività principale era la gestione degli impianti idraulici, si finiva anche per riparare i serramenti e le macchine agricole»”.

Il grande entusiasmo e le capacità dei tre soci fondatori fanno ben presto decollare l’attività: Giovanni si occupava della gestione commerciale, Gemello sovraintendeva all’officina e alla progettazione tecnica, mentre Leopoldo effettuava l’installazione e il montaggio delle pompe idrauliche.

Determinante per il loro successo è stato anche il passaggio verso più moderne tecnologie per il sollevamento dell’acqua con l’utilizzo dell’energia elettrica al posto del vapore. A pochi anni dalla creazione della loro azienda iniziano a studiare un prototipo di elettropompa, che vedrà la luce nel 1965 ottenendo un immediato successo. La qualità tecnica di questo prodotto, che permette l’estrazione dell’acqua fino a 600 metri di profondità, è senza dubbio confermata anche dall’elevato numero di pozzi che ancora oggi adottano esemplari tuttora perfettamente funzionanti.  Come le altre imprese santilariesi di cui abbiamo parlato, anche la Bizzi e Tedeschi a partire dagli anni ’70 inizia ad espandere il suo mercato in ambito internazionale tant’è che le elettropompe realizzate nella loro azienda sono presenti in tutti i continenti.

Troverete questo ed altri racconti nel volume “Sant’Ilario com’era: Il lavoro, le botteghe e le industrie storiche” disponibile presso la Tabaccheria di Boni Giovanni di Via Val d’Enza 12 a S.Ilario).

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