PRIMO PIANORICORDI

Germana, un ultimo saluto

di Giorgio Spaggiari

Cara Germana, non più di quattro mesi fa, quattro chiacchere sotto i portici del solito bar, una mattina come un’altra, un caffè come un altro, una sigaretta come tante, mi dicesti che ti avevano trovato “quella cosa” che nel freddo pomeriggio del 18 gennaio scorso ti avrebbe portato via da noi. Aggiungesti che non avresti mai pensato di dover tornare al CORE, dove purtroppo a suo tempo andava Gigi, il tuo e nostro Gigi. Ma nonostante tutto non avevi ancora ben percepito la spietatezza del tuo male, avevi ancora in te quelle grandi riserve di speranza che in tutta la tua vita hai cercato, riuscendoci, di trasmettere anche agli altri.
Su questo giornale coloro che negli ultimi anni, insieme a te, in aggregAZIONE, si sono impegnati nell’aiuto a favore di chi è più debole, hanno ben descritto questa tua generosità, hanno ben sottolineato la tua capacità di guidare e di coinvolgere gli altri con l’esempio, di spronarli verso l’obiettivo del bene. Non credo che fosse solo ed esclusivamente la tua fede cristiana a spingerti e motivarti, credo che molto ci fosse della tua intrinseca umanità, che sarebbe comunque emersa: eri così anche da giovane.
A me ora preme solo porgerti un ultimo saluto da amico, come fossi ancora davanti a noi. In fondo, nel ricordo, resterai con noi per moltissimo tempo, per ciò che hai fatto e per ciò che eri. Ed è naturale che in questo momento vengano richiamati alla memoria una serie di ricordi personali che hanno te tra i protagonisti. Quando con Aldina ci capiterà di riguardare le foto del nostro matrimonio sarai ancora tu dietro quella macchina fotografica a farcele. Nel rievocare la vacanza a Metaponto, Matera, Caserta con te e Gigi, Mirco, Rossella rivedremo quei giovani che eravamo. Solo poco tempo fa io e te scherzavamo, ridendone, sul nostro fantozziano viaggio in Svizzera a trovare parenti di Gigi, con l’auto che ci prestò tuo padre e che si guastò a Como costringendoci a tornare in treno. Oppure il ricordo andrà a qualche domenica pomeriggio passata tra noi in collina, a casa del “Balein” oppure alla festa di fine anno del 1970 di cui fosti, ovviamente, principale animatrice: ricordi sparsi tra la nostra gioventù e l’età recente. Scrivo le ultime righe di questo mio saluto a poche ore dal tuo funerale, in una giornata fredda con un pallido sole, giornata ideale per la tristezza. Ti abbiamo accompagnato in tanti, tantissimi nel tuo ultimo viaggio.

Sant’Ilario d’Enza, 20 gennaio 2023

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