POLITICAPRIMO PIANO

Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare

Sul tema immigrazione la destra ha lucrato per anni sulla paura e ora, non sapendo come e cosa fare, a Cutro ha perso anche l’umanità.

Giorgia Meloni, prima di diventare Presidente del Consiglio dell’attuale Governo.

In questi anni la destra, sia quella all’opposizione (Fratelli d’Italia) che quella al Governo (Lega) ha inondato l’Italia di slogan sull’immigrazione, strumentalizzando la legittima paura delle persone di fronte ad un gigantesco fenomeno epocale.
E così, ogni giorno dell’anno, in occasione di ogni sbarco, di ogni servizio giornalistico, di ogni tavola rotonda, il Paese è stato oggetto di una campagna semplificatoria fatta da slogan quali: “Prima gli Italiani”, “Chiusura dei porti”, “Blocco navale”, “Dov’è l’Europa?” o addirittura da ipotesi fantasiose come quella secondo la quale un ipotetico governo di destra, per il solo fatto di esistere, avrebbe scoraggiato le persone a mettersi in mare per venire in Italia, dando l’idea che il pesante fardello dell’immigrazione sarebbe stato risolto in men che non si dica. E allora perchè adesso, una volta che il governo di destra si è effettivamente insediato, gli sbarchi sono triplicati e oltre a non fare quello che si era sempre garantito di poter fare in quattro e quattr’otto, si è anche persa l’umana solidarietà che si deve di fronte alla morte? Di fronte ad ogni morte.
Al di là di ogni approfondimento e di ogni opinione sui soccorsi, sulla possibilità o meno di prendere il largo della Marina Militare, della Guardia Costiera o di qualunque altro mezzo di soccorso potesse evitare la tragedia di Cutro, la realtà è che gli sbarchi da quando c’è questa destra, non solo ci sono, ma sono notevolmente aumentati, e questo ci dice che non esistono ricette miracolistiche. E questa purtroppo è la vera responsabilità politica di questa destra: illudere. Aver illuso e diviso gli italiani tra buoni e cattivi, anzi tra i buonisti che non hanno la cultura per governare l’immigrazione e i duri guardiani dei confini del Paese (e di quelle poche risorse sociali ancora disponibili) continuando a mettere contro gli ultimi e i penultimi è cinismo antinazionale e antipatriottico. Questo veleno, messo in circolo nella società per costruire consenso sulla paura, alla fine si trasforma in un boomerang che rende disumani ed impedisce di mettere in campo, condividendole sia in Parlamento che con gli altri Paesi, le scelte necessarie a governare il fenomeno migratorio nell’interesse comune degli italiani e nel rispetto dei più profondi valori di umanità.

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