GIORNO DELLA MEMORIAPRIMO PIANO

Una farfalla per non dimenticare

Il bellissimo progetto realizzato dall'associazione "Manine e manone" in occasione del Giorno della Memoria, ispirato alla poesia di Pavel Friedaman, giovane poeta ucciso ad Auschwitz.

(di Massimo Bellei)

27 Gennaio, il Giorno della Memoria. Dobbiamo ricordare, ogni anno, anno dopo anno.
Dobbiamo “fare” memoria. Dobbiamo “essere” memoria. I modi sono tanti, e quest’anno l’Associazione “Manine e Manone” (che a Sant’Ilario si ritrova con costanza unita dalla passione di maglia e ricamo) ha trovato la sua modalità. Il gruppo di volontarie ha realizzato in serie un manufatto, e lo ha donato al paese. Ha scelto di distribuirlo ai negozi locali (hanno risposto a decine), alle scuole, ai luoghi di aggregazione, perché sia visto ovunque. C’è una farfalla gialla, leggera e soave, che vola sopra un filo spinato, e c’è la frase: “Siate sempre come la farfalla che vola sopra i fili spinati”.
Questo simbolo è ispirato alla poesia “La farfalla” di Pavel Friedman, giovane poeta ucciso ad Auschwitz, ed è stato richiamato nel discorso della senatrice Liliana Segre al Parlamento Europeo: “ricordo quella bambina di Terezin che, prima di essere uccisa, ha disegnato una farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati”.

Un gesto bellissimo, concreto, quello di Manine e Manone. Donne serie che in questa occasione hanno destinato la loro passione a dare un messaggio forte, a “fare Memoria”. E’ un lavoro frutto di tanta collaborazione, e quindi qui concludo con i ringraziamenti che loro tengono assolutamente a fare: “Ringraziamo le signore iscritte al corso Manine e Manone per aver ideato e creato le farfalle in lana. Guido Bizzarri per le opere in legno e l’assemblaggio, Rodolfo Marchiani per le foto, Luigi Bisogno per le scritte incise con pirografia, Riccardo Perciante per la realizzazione della locandina e un ringraziamento particolare a Massimo Bellei che ci hai aiutato e supportato da subito.” L’iniziativa di Manine e Manone ha il patrocinio del Comune di Sant’Ilario d’Enza e di Anpi.

LA FARFALLA

(di Pavel Friedman, Praga 1921 – Auschwitz 1944)

L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
L’ultima,
volava in alto leggera, aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno sarà già la mia settima settimana di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.

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