
Giustizia riparativa, grande partecipazione all’evento pensato da Monica Castellari a Festareggio
Alla Festa dell’Unità di Reggio si è tenuto un incontro che invita a riflettere su un altro modo di intendere la giustizia. Con gli interventi di Giorgio Bazzega e di Maurizio Gozzi, ha moderato Monica Castellari, vicesindaca di Sant’Ilario e laureata in Scienze Storiche con una tesi proprio sulla giustizia riparativa, da poco nominata nella segreteria provinciale del PD: “serata importante, continueremo a impegnarci e lavorare sul tema”.
Un’affollata Tenda Dibattiti (intitolata allo scomparso Raffaele Leoni) alla Festa dell’Unità provinciale ha ospitato venerdì scorso l’incontro pubblico sul tema della giustizia riparativa, una forma di giustizia che punta a ricostruire relazioni, superare i conflitti e curare le ferite. Un’occasione preziosa per riflettere insieme su un tema tanto delicato quanto urgente. Sul palco, a testimoniare il senso profondo della giustizia riparativa, Giorgio Bazzega, figlio del maresciallo Sergio Bazzega, ucciso nel 1976 dal brigatista Walter Alasia e Maurizio Gozzi, del centro di mediazione penale “Anfora” di Reggio Emilia, realtà che opera sul territorio per promuovere percorsi di riconciliazione tra vittime, autori di reato e comunità.

A condurre l’incontro Monica Castellari, Vicesindaca del Comune di Sant’Ilario d’Enza e laureata in Scienze Storiche con una tesi proprio sul tema della giustizia riparativa. Da poco nominata nella Segreteria provinciale del PD, Castellari che ha voluto fortemente questa serata come primo atto del suo nuovo incarico, convinta che sia necessario aprire un confronto pubblico su una giustizia che non si limiti a punire, ma che sappia anche guarire.

Particolarmente apprezzati gli interventi dei relatori. Maurizio Gozzi ha accompagnato la sua testimonianza con chiarimenti immediati e comprensibili, sebbene in una materia complicata come quella giuridica, a partire dalla netta distinzione tra giustizia retributiva e riparativa: la prima è quella che conosciamo e che invochiamo spesso, che ha l’obiettivo di ripagare, mentre la seconda è quella che cerca di recuperare il rapporto umano tra le parti con l’obiettivo di ricucire la ferita di un’ offesa: da una parte permettendo al reo di assumersi la responsabilità del reato e alla vittima di fare domande che non hanno stretto valore processuale.
Giorgio Bazzega ha descritto l’evoluzione del suo concetto di giustizia partendo dal suo straziante vissuto personale. Prima cercava vendetta ed era ricolmo di odio verso i brigatisti che avevano provocato la morte di suo padre, il maresciallo Sergio Bazzega. In seguito, attraverso il percorso di incontro con i responsabili della lotta armata ha potuto liberarsi da questo rancore incontrando gli esseri umani che considerava “mostri”. Ha chiarito che quello dell’incontro è stato un percorso faticosissimo perché costringe ad attraversare nuovamente il dolore peggiore. Ma è un percorso che si fa insieme perché “ho capito che non avevo il monopolio del dolore in quanto vittima: anche il loro è un dolore enorme che va accolto e rispettato”. L’obiettivo, ha spiegato Bazzega, non è quello di mettere una pietra sopra a quanto è stato, ma aprire uno spazio di dialogo oltre il conflitto irrisolvibile che ci oppone, per curare le nostre ferite, ma anche quelle della società perché la violenza degli anni Settanta ha riguardato tutti, non è stata solo una vicenda personale di chi l’ha subita o esercitata in prima persona.
“Credo profondamente che la giustizia riparativa debba avere un ruolo sempre più centrale nel nostro presente – ha commentato Monica Castellari – Viviamo in un mondo attraversato da conflitti aspri, da guerre che lasceranno uno strascico di odio anche oltre il loro desideratissimo termine. Serve una giustizia che non alimenti quel rancore, ma che lo curi. È questo il valore della giustizia riparativa: è un antidoto al giustizialismo imperante, che una certa politica cavalca più per sfruttarne la forza estetica che per tutelare davvero la società, come invece richiede la nostra Costituzione, all’articolo 27. La giustizia riparativa mette al centro le persone, le relazioni, la possibilità di conoscersi e di riconoscersi. Questa riuscita serata è stata solo il primo passo di un lavoro che continuerà in futuro attraverso il nostro impegno in tal senso”.