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Davide Belloni e il grande basket

Un sogno con i piedi per terra per il giovane santilariese, ora nella Pallacanestro Reggiana

Davide Belloni in azione

(di Massimo Bellei)

“I ragazzi hanno grandi sogni”, recita il titolo di un libro, che consiglio, di Francesco Casolo e Alì Ehsani. E sognando cercano il loro posto nel mondo. Spesso i loro sogni li intuisci. Capisci che sono lì, che si muovono sotto la superficie, come sotto le palpebre chiuse vedi il movimento delle pupille, in chi sta dormendo.

Davide è di Sant’Ilario, alto e magro, con una capigliatura tutta sua. Ora sta percorrendo un sogno, o perlomeno è sulla buonissima strada. Perché Davide gioca a basket, e ora – a 18 anni – è tra le fila della Pallacanestro Reggiana, la squadra di Reggio che ci fa sognare. Ha risposto ad alcune domande, tornando dalla trasferta a Napoli, con parole che sanno di consapevolezza ed equilibrio.
Quando hai iniziato a giocare a basket, Davide?
“Ho iniziato a praticare questo sport fin da bambino, quando avevo da poco iniziato la scuola elementare, seguendo le orme di mio zio, di cui non vedevo l’ora di andare a vedere le partite casalinghe in palestra a S.Ilario. Ho cominciato nella società sportiva del nostro paese, il “S.Ilario BasketVolley”, condividendo e creando fin da subito amicizie che sarebbero durate fino ad oggi.”
Quando hai capito che potevi puntare in alto, che potevi sognare?
“Sinceramente, non credo sia ancora arrivato quel momento: cerco di restare sempre con i piedi per terra rimanendo consapevole che il lavoro da fare è ancora tantissimo.”

Dimmi cos’hai provato quando hai ricevuto la chiamata per andare a Reggio, e com’è andata?
“Tutto il processo di cambio squadra, anche a causa della pandemia, è durato più del previsto, dal momento che la stagione sportiva 2020/2021 non è di fatto mai iniziata. La prima opportunità è arrivata nel Giugno del 2021, quando ho potuto iniziare ad allenarmi a Reggio Emilia per diverso tempo, al termine del quale ho avuto l’occasione definitiva di cambiare squadra. Con l’inizio della stagione però, sono arrivate anche le prime difficoltà: non ero assolutamente abituato ai ritmi e ai livelli di un campionato come quello di Eccellenza, il più importante a livello giovanile in Italia. Con il passare del tempo la fiducia è aumentata e con lei anche lo spazio a disposizione in campo, così sono arrivate le prime buone prestazioni. Purtroppo per sole due vittorie non siamo potuti arrivare a giocarci gli spareggi per le finali nazionali di Ragusa, però, nonostante questo, penso sia stato un anno sportivo importante e fondamentale per la mia crescita personale come giocatore.”
Ora in quale formazione sei?
“Ad oggi faccio parte della formazione giovanile under-19, che disputa appunto il campionato di Eccellenza nazionale. Quando c’è bisogno, do una mano in prima squadra, coprendo eventuali infortuni e problemi. Confrontarmi e avere l’occasione di allenarmi con giocatori professionisti è sicuramente un modo per imparare giorno dopo giorno qualcosa di nuovo: cerco di prendere qualcosa da ognuno, una giocata oppure un aspetto tecnico del gioco. La prima panchina in serie A a Treviso, il ritorno dopo due anni al Palabigi contro Tortona, un’emozione unica e un momento che difficilmente dimenticherò.”
Qual è il tuo sogno, per cosa ti stai impegnando?
“Non mi fermo tanto a pensare a cosa accadrà dopo: “oggi è un dono, domani è un mistero”. Cerco sempre di vivere alla giornata, allenandomi ogni giorno per diventare la versione migliore di me stesso, dentro e fuori dal campo e sono sicuro che tutto il lavoro, in qualche modo, verrà ripagato.”

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