"TI CONSIGLIO UNA GRAPHIC NOVEL"

Quando il finale è agghiacciante: “La Lotteria”

Una graphic novel che fa rivivere il racconto di Shirley Jackson, dove il male non ha fine e, quasi sempre, non ha né movente né giustificazioni.

di Giorgio Spaggiari

Il 26 giugno 1948, oltre settant’anni fa, sul New Yorker fu pubblicato un breve racconto di Shirley Jackson intitolato “La lotteria”, che divenne immediatamente uno dei racconti più letti ma anche uno dei più inquietanti di sempre. Non a caso coi suoi libri e racconti, l’autrice viene considerata una maestra del thriller e riferimento e ispirazione per altri scrittori del genere che vennero dopo.

Un’immagine interna del libro

“La lotteria” è un racconto semplice,  breve, che nell’edizione dei racconti della Jackson pubblicata da Adelphi del  2007, occupava solo 18 pagine e diede anche il titolo all’intera raccolta. Ma è un racconto dal meccanismo perfetto, che quando ti fa scoprire il trucco sei già con le spalle al muro.

Eppure la storia si presenta in tutta innocenza quale pura e semplice descrizione della lotteria che si svolge nell’atmosfera pastorale, quasi idilliaca, di un villaggio del New England in un luminoso mattino di giugno,  come ogni anno da tempo immemore. Il racconto però è costruito in modo che cresca l’attesa verso la lotteria, che all’inizio sembra una circostanza positiva, e fino all’ultimo momento non si scopre cosa succederà alla persona sorteggiata. Ma giunto al termine, il lettore scoprirà da sé, in un crescendo di brividi, che cosa lo rende uno dei classici del terrore. E spesso il terrore è semplicemente ciò che si nasconde dietro la realtà percepita, il che, verrebbe da dire, trova testimonianza e conferma anche ai giorni nostri: niente fantasmi, niente mostri né sangue, ma rimanendo nel quotidiano, nei piccoli gesti, nell’agghiacciante cattiveria che si nasconde nell’animo umano. Perché, in fondo, la lotteria di Shirley Jackson, è una istituzione sociale accettata (e terribile).

Dal racconto, negli anni, furono altresì tratti radiodrammi, sceneggiati televisivi e cortometraggi e pure, in epoca recente, un videogioco. A novembre scorso la casa editrice Adelphi ha pubblicato l’adattamento grafico di questo racconto a opera di Miles Hyman, che della Jackson è anche nipote, e che forse anche per tale motivo si è attenuto fedelmente al testo originale, non prevaricandolo e interpretandolo al meglio graficamente anche grazie a una scelta cromatica perfettamente in armonia col testo e con una grandissima qualità tecnica.

Miles Hyman ci accompagna dentro i meccanismi della cittadina che fa da sfondo al racconto, con i bambini che giocano, con gli uomini che tagliano la legna, le donne che spettegolano tra loro e via dicendo. Il ritratto che ne esce è quello di una città normalissima. Solo che il 27 Giugno è anche la data in cui ha luogo “la lotteria”, una sorta di rituale che non riguarda solo questo piccolo paese, ma che, idealmente, ha tratteggiato i lineamenti del mondo.

Chi ha avuto modo di leggere il racconto ne ritroverà in questa graphic novel l’atmosfera e il brivido, mentre chi vorrà sfogliare le pagine di questa graphic novel di certo avrà la voglia di leggere anche il racconto, in entrambi i casi chiedendosi alla fine: ma potrebbe succedere anche a noi, oggi? Bella domanda.

Shirley Jackson (1916-1965)fu una scrittrice americana autrice di numerosi racconti e libri tra cui “L’incubo di Hill House”, “Abbiamo sempre vissuto nel castello” e “Paranoia”.

Scheda del libro

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