PERSONAGGI

Addio “Segretario” Donati

il ricordo della "squadra" femminile che ha lavorato con Mario in Comune dalla fine degli anni '60 e dell'ex Sindaco Colli

 

Anche a distanza di anni dal suo pensionamento, per noi ha continuato ad essere “il Segretario”. Per noi intendo quella squadra di giovani, a maggioranza femminile, che ha lavorato in Comune con Donati dalla fine degli anni ’60, quando è arrivato a S.Ilario da Boretto. Non aveva nemmeno 40 anni, ma ci sembrava già anziano: serio, quasi pelato, giacca e cravatta…ma soprattutto animato da intenti bellicosi. Nemmeno il tempo di guardarsi intorno e ha cominciato a stravolgere l’organizzazione, il modo di lavorare, le procedure in uso in Comune. Riorganizza gli uffici per funzioni omogenee, definisce i centri di responsabilità delle pratiche amministrative, stabilisce che ogni servizio deve imparare a redigere gli atti di propria competenza, e via di questo passo. Siamo andati vicino alla sommossa: il cambiamento ci imponeva di imparare cose nuove, di modificare i nostri vecchi metodi di lavoro. Il rinnovamento da lui introdotto (che poi abbiamo apprezzato e sostenuto) prefigurava infatti quel sistema organizzativo più adeguato ed efficace che, negli anni a seguire, ha segnato il passaggio da un assetto prevalentemente burocratico a un apparato amministrativo più competente e responsabile, al servizio dei cittadini. Con Donati e i nostri giovani Sindaci (da William Colli, partito nel ’70 poco più che ventenne, e via via tutti gli altri) abbiamo vissuto gli anni in cui sono stati creati i servizi sociali e per l’infanzia, la nuova biblioteca, in cui sono stati redatti importanti strumenti urbanistici. Con lui e gli amministratori ci siamo sentiti parte di un progetto di rinnovamento e di sviluppo del nostro paese. Ma c’erano anche, per noi collaboratori, le sfuriate solenni e i cicchetti che Donati propinava con la sua voce tonante, salvo poi farsi in quattro, al nostro fianco, per rimediare a qualche pasticcio che avevamo combinato, per risolvere i problemi. Così come, lui democristiano, ha sempre agito con lealtà e correttezza con i Sindaci comunisti con cui ha lavorato, al servizio e per il bene del paese. Ci teneva che S.Ilario fosse all’avanguardia, ed infatti è stato per anni punto di riferimento ed esempio per diversi Comuni della zona. Ma i nostri rapporti non erano solo di lavoro: c’erano spesso i momenti delle risate per le battute sferzanti e ironiche che ci lanciavamo a vicenda, e che Donati accettava con senso dell’umorismo anche quando erano rivolte a lui. Quando ci si radunava a cena, anche l’austero Segretario sfoderava le sue battute secche ed argute, si lasciava andare insieme a noi ai pettegolezzi salaci. Dopo il pensionamento lo abbiamo visto impegnarsi alla Croce Bianca, all’Università dell’Età libera e, chi lo avrebbe mai detto, anche cantare nel coro. Ciao Donati: con te abbiamo lavorato bene e in armonia e, non sembri cosa da poco, ci hai lasciato un buon ricordo.
Le tue ragazze del Comune

 

DOBBIAMO RINGRAZIARE DONATI PER IL SUO CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DEL PAESE

di William Colli

Mario Donati ci ha lasciato, e con lui se ne va un pezzo di Sant’Ilario. Per tutti era “il Segretario Comunale”, incarico che aveva ricoperto per quasi trent’anni, dal 1968 al 1997; un uomo che – senza doveri verso gli elettori e verso i partiti che si proponevano ai cittadini – si prodigava con il massimo impegno nell’interesse di tutto il Comune di Sant’Ilario. Un uomo che aveva le sue idee politiche, diverse da quelle degli amministratori in carica, ma che non le faceva pesare nella sua attività e nei suoi doveri verso l’Amministrazione Comunale. Anzi, la sua correttezza assoluta verso gli amministratori, verso i consiglieri di maggioranza e minoranza era proverbiale; era davvero una garanzia per tutti e non si pensi che fosse cosa da poco.
Donati ha assicurato una collaborazione piena nel perseguire gli obbiettivi e le realizzazioni programmate dagli amministratori, mettendo a disposizione la sua competenza e la sua tenacia. Da lui venivano sempre suggerimenti molto preziosi sulle procedure da seguire per avere meno intoppi possibili nella realizzazione di quegli obbiettivi.
Credo che tutti lo debbano ringraziare. Ed io in particolare dovrò sempre ringraziarlo. L’ho trovato al mio fianco dopo la mia elezione a Sindaco di Sant’Ilario nel 1970, ero molto giovane, una cultura generale poco più che elementare, molto autodidatta e pochissima esperienza amministrativa; il suo impegno e la sua correttezza sono stati per me una garanzia e una grandissima fonte di insegnamento.
I primi anni ’70 sono stati anni intensi sul piano amministrativo. Sono stati dedicati in primo luogo alla progettazione urbanistica del Comune che ha portato all’approvazione del primo piano regolatore del 1972 e ha dato il via allo sviluppo di un’estesa rete di servizi sociali da parte delle diverse Amministrazioni Comunali che si sono succedute: l’asilo nido, le scuole comunali dell’infanzia di Sant’Ilario e Calerno, la nuova biblioteca comunale, il servizio domiciliare per gli anziani, la palestra della scuola elementare e il centro civico di Calerno, la scuola elementare di via Podgora, la nuova sede dell’Ipsia all’ex-Fa.Ba, il centro sportivo, il cinema-teatro Forum, la ristrutturazione delle scuole elementari di Via Roma con la realizzazione della nuova palestra al posto del vecchio cinema comunale, per citarne solo alcuni, e via via tanti altri.
Il Piano Regolatore del ‘72 è stato il faro del futuro sviluppo del Comune di Sant’Ilario; gli architetti Osvaldo Piacentini e Francesco Sacchetti hanno svolto un lavoro mirabile che ha garantito al paese un futuro ordinato e di grande qualità. Anche qui il competente contributo di Donati non è mancato, anzi avvertiva il valore del lavoro che si stava facendo, aveva verso gli architetti incaricati una grande ammirazione e la stima era senz’altro reciproca. Non è certo un caso se l’architetto Sacchetti e la moglie, l’architetto Raffaella Bedosti, non hanno esitato a venire da Bologna a Sant’Ilario per partecipare all’ultimo saluto al “loro” Segretario Comunale.
Un abbraccio e un saluto affettuoso ai famigliari, al vostro e “nostro” Donati a cui tutti hanno voluto bene.

William Colli

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