
Progetto No Planet B: percorso completo alla Calvino
Nei giorni scorsi si è festeggiata la prima classe Quinta che ha svolto il progetto per tutti i cinque anni di scuola elementare. L’assessore all’ambiente Ferri: “un progetto che sosteniamo con entusiasmo”
La scuola Calvino di Sant’Ilario ha salutato con una festa nei giorni scorsi l’ultimo giorno della classe Quinta. Presenti la Dirigente, gli insegnanti, il sindaco Marcello Moretti, la vicesindaca Monica Castellari e l’assessore all’ambiente Fabrizio Ferri.
Tutto nella norma? Sì, ma anche no. Sì perché si tratta della tradizionale festa di fine anno per una classe che fa il salto dalla primaria alle medie. Ma anche no, perché la Quinta della Calvino è la prima ad aver vissuto per intero, in tutti i suoi cinque anni, il progetto No Planet B, un percorso interdisciplinare sui temi dell’ambiente, nato dall’intuizione di due insegnanti di questa scuola proprio cinque anni fa.
In cosa consiste il progetto? Ce lo spiega Monica, una delle insegnanti che ha lanciato l’idea: “Io e la mia collega Katia, oggi in pensione, qualche anno fa abbiamo studiato nel dettaglio l’Agenda 2030 dell’Onu e abbiamo scoperto quanto sia fondamentale il ruolo della scuola nella formazione di cittadini sensibili ai temi ambientali. Abbiamo capito – prosegue Monica – che il nostro ruolo è centrale per la sensibilizzazione sui temi ecologici. Quello dell’educazione ambientale a scuola è un tema che non si può limitare a interventi sporadici, o alla sensibilità particolare di qualche singolo insegnante: era necessario realizzare un intervento strutturato, pianificato su tutto il ciclo della primaria, perché le sfide che ci attendono come abitanti di questo Pianeta sono molto urgenti. Realizzando il progetto nelle classi ci siamo rese conto che i bambini aderiscono con molto entusiasmo perché sono naturalmente portati a fare attenzione alla natura e a prendersi cura anche dei suoi problemi. Abbiamo quindi creato un “format” impostato su cinque anni: in ogni anno si affida alla classe un tema da approfondire, scelto sulla base dell’età e degli interessi degli alunni, dagli argomenti più semplici fino a quelli più complessi”.
Ecco allora che i ragazzi della Calvino hanno approcciato in Prima il tema dell’albero, in Seconda quello delle api e degli impollinatori, in Terza i rifiuti e il riciclaggio, in Quarta l’acqua e in Quinta il tema più articolato dell’energia. Si tratta di argomenti che permettono collegamenti anche con altri importanti spunti di riflessione forniti dall’Agenda 2030, quali i cambiamenti climatici, la povertà, le migrazioni.
“Non volevamo creare un progetto preconfezionato – precisa Monica – perciò abbiamo chiesto agli insegnanti di ogni classe di contribuire a costruirlo insieme a noi, coinvolgendo il maggior numero di discipline possibili: scienze naturalmente, ma anche italiano, arte, storia, informatica, tecnologia. Abbiamo trovato nei colleghi della Calvino una fattiva collaborazione. I contenuti vengono affrontati anche attraverso il coinvolgimento di esperti esterni, come le Guardie Ecologiche Volontarie, Iren, alcune associazioni sul territorio, gruppi di apicoltori e tanti altri soggetti, che portano ogni anno nuovi laboratori e spesso ci affiancano nelle uscite. Fin da subito abbiamo chiesto il sostegno dell’amministrazione comunale di Sant’ilario, che ha aderito e coinvolto anche i propri dipendenti. No Planet B è nato come progetto di cittadinanza e ci è sembrato importante chiamare l’amministrazione a farne parte, perché anche attraverso questa iniziativa si formano i cittadini di oggi e di domani”.
“Ho apprezzato fin da subito No Planet B – ha dichiarato l’assessore all’ambiente di Sant’Ilario Fabrizio Ferri – e non ho avuto alcun dubbio nel mettere l’amministrazione comunale a disposizione del corpo docente affinché, oltre a poter essere realizzato nel miglior modo possibile, il progetto potesse anche durare nel corso degli anni.
Partendo dalla necessità di mettere in campo azioni per salvare il nostro pianeta, perché appunto NON C’È UN PIANETA B, il progetto arriva di fatto a stimolare un senso civico utile anche nei rapporti interpersonali: voler bene e rispettare il luogo dove si vive vuol anche dire voler bene alle persone che ci circondano.
La cosa che più mi ha colpito e che continua a colpirmi, di cui va dato merito al corpo docente, è come questo progetto riesca con semplicità a trasmettere agli alunni concetti e valori complessi che poi si trasformano in azioni concrete, ben visibili nei loro elaborati e nei momenti di confronto che ho avuto con loro nel corso degli anni, sia in aula che nelle visite presso la sede comunale. Per il futuro, e questa sarà la scommessa, vedo la possibilità di creare una maggior connessione tra questo progetto della Scuola Primaria e il progetto Abita il tuo territorio, che da qualche anno sto curando con la Scuola Secondaria di primo grado: entrambi sono collegati dal concetto di base dell’importanza di creare cittadini con un forte senso civico, partendo dalla necessità di conoscere il luogo nel quale si vive”.